23 dicembre 2007

São Paulo

San Paolo è la metropoli più grande del Sud America, ed è la seconda del mondo, con i suoi 29 milioni di abitanti nell'area metropolitana. (dati Wikipedia).

Ci sono 6 milioni di italiani e discendenti in città, il che ci fa la popolazione più numerosa, seguiti dai portoghesi (3 milioni), giapponesi (300 mila) ed ebrei (120 mila).

Praticamente se contassimo la popolazione di discendenza italiana, avremmo circa un decimo di Italia in più qui in San Paolo.

Appena fuori SP si possono incontrare le favela, arroccate sui dorsali collinari attorno alla città.


Anche a Rio è così, le favela sono tutte attorno alla città, le si riconosce proprio per la loro collocazione più alta ed esterna rispetto al resto della città.




Sono zone marginali, di confine della città (in realtà possono essere anche in pianura), da questa idea di marginalità, gli abitanti delle favela sono chiamati anche os marginais (i marginali).




A causa della criminalità che spesso si concentra nelle favelas (in quanto zona povera e quindi più a rischio), marginal (pron: marginau) è chiamato anche il criminale.
L'errore che viene commesso, come spesso accade anche in Italia, è confondere le due cose.

Chi è di Bologna sa bene che significato ha essere "pilastrino" (abitante del quartiere Pilastro): dal poco di buono al delinquente. La gran parte degli abitanti del Pilastro sono ben lungi dall'esserlo.


Il cuore della città di SP si scorge subito dopo le favelas, in lontananza





Chiaramente, appena entrati in città, qualche chilometro più avanti, si trova un ingorgo :-)

Sono a São Paulo, per Natale e capodanno, fino a inizio Gennaio ospite di un'amica che ha una nonna che sposò un "ragazzo" di Pozzuoli.

È buffo girare per le strade di SP, sembra di essere nel sud Italia, solo con molto piu'
traffico.
Stradine strette, salite, discese, case che ricordano le costruzioni di tufo (in alcuni quartieri).

La guida assomiglia molto allo stile di Bari o Napoli (qualcuno aggiungerebbe Palermo, ma non ci sono mai stato quindi non mi pronuncio...), con la differenza che le strade principali sono intasate a qualsiasi ora del giorno e della notte.

È buffo anche sapere che le tradizioni italiane che esistono qui, feste, sagre, fiere, ecc, non esistono quasi più in Italia. Ad inizio secolo gli immigranti, prevalentemente del meridione, importarono queste feste in Brasile.

Nel giro di qualche anno le feste attecchirono e oggi fanno parte della cultura della popolazione Brasiliana, trasversalmente.

Contemporaneamente in Italia la stessa cultura è stata persa, nei decenni, e ora qui in Brasile si sentono cantare canzoni, o parlare di feste di santi che in Italia nessuno o quasi delle nuove generazioni conosce.

Direi che nei prossimi giorni mi farò un'idea più completa della città, per adesso è quanto.

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