30 maggio 2008

Montalbano


Più mi riguardo Montalbano e più realizzo quanto sia italiano quel commissario.

È buffo come, mesi fa in Italia, consideravo Montalbano un personaggio prettamente meridionale e adesso che sono all'estero, riguardandolo lo vedo come un ritratto di italianità pura.

Nell'immaginario brasiliano l'italiano immigrato è il meridionale.

Da Roma in giù. Chiassoso, gesticolante, spesso basso e calvo, con il naso grosso. Ma non è solo un meridionale, ma è il meridionale emigrante di qualche decennio fa.

Ho conosciuto un avvocato a Brasilia, di origini italiane (toscane, l'accento lo tradisce anche quando parla in portoghese), che tra le altre sue attività possedeva (credo l'abbia venduta) una scuola di italiano per brasiliani. Vincenzo, il nome dell'avvocato, mi disse che sua moglie, brasiliana, cucina pasta tutti i giorni. Lo diceva come a sottolineare che lui è ancora italiano, ancora collegato alle abitudini del Bel Paese. Quando gli dissi che tra le varie idee c'era quella di aprire un ristorante, lui mi consigliò il nome: Due Torri.


Anche la nonna di Malù, presso la quale sono stato ospite per qulache settimana a São Paulo a Dicembre, pur essendo brasiliana vedova di italiano, cucina pasta. Prende solo pasta di grano duro, la marca che il marito prediligeva.


L'emigrante di qualche decennio fa ama l'Italia. Il piü delle volte s'incazza se qualcuno osa parlare male della sua terra. Quasi nessuno però vorrebbe tornarci a vivere. Forse per pigrizia, forse perchè alla fine stanno bene qui o perchè sanno i limiti del loro paese.

L'emigrante di oggi invece devo ancora identificarlo.

Predendomi come esempio, l'emigrante odierno non è legato alle tradizioni. Si adatta alle abitudini alimentari indigene e alla fine non fa una piega (chiaramente nella vita esiste solo il cibo, il resto è nulla e quindi non è nemmeno considerato nello spettro culturale del paese analizzato).

Io però so di essere un caso particolare e quindi non mi metto nel calderone.

Da quel che sento (quindi senza parlare di me), l'emigrante odierno è in realtà una persona benestante (professionista? imprenditore?), spesso laureata, che se ne va dall'Italia per questioni di stile di vita migliore più che per crearsi una vita che prima non c'era: parte per lasciare piü che per trovare. Molto probabilmente del nord.

Ritmi diversi, sicuramente. Abitudini diverse alle quali mischiarsi.

L'italiano da sempre, ovunque vada, si crea una comunità. Le comunità italiane nel mondo sono centinaia.

Ma in passato la comunità serviva per mantenere viva la tradizione italiana. Le varie Little Italy negli USA.

Oggi probabilmente c'è sempre questa tendenza, ma più per cameratismo che per identità.

Non vedo l'italiano moderno, qui in Brasile, organizzare sagre distribuendo panini con la mortazza. È più roba da umarells brasileri (chiaro che si può essere umarell anche a 20 anni :-) )

C'è una cosa che però vedo in comune con il passato. È lo spirito di Montalbano, ed è forse per questo che è l'unca serie italiana degli ultimi anni che riesco a guardare gustandomela completamente. Per fortuna che esiste Camilleri.

26 maggio 2008

CadEstivo

Sappiamo tutti da anni che il CadEstivo fa lezzo.

E tanto per cambiare il CadeInvernale è tornato ai vecchi grigiumi, dopo la breve parentesi del RockAlCade dell'anno scorso.

Tutto questo chiaramente secondo quanto le mie spie bene informate mi dicono.

Quindi cosa fare nelle nottti bolognesi se non sei presenzialista e-barra-o fighetto?

Chiaro, basta venire a Goiânia, al Bananada 2008, al centro culturale Martim Cererê.

Ci sono stato l'altra sera. L'atmosfera era quella del cade invernale di qualche tempo fa, con lo stesso stile di persone, ma in clima estivo e con musica dal vivo invece che diggeigiggetto.

Peccato che sia un festival di tre giorni e che si paghi l'ingresso, boia. Ma tanto nelle prossime settimane ci saranno altre manifestazioni simili, con cose da mangiare.

Probabilmente "chi lui sa" avrebbe trovato anche le panchettine.

17 maggio 2008

14 maggio 2008

A lenda do Zumbi

La vera origine della leggenda dello zombi (o zombie) è storicamente tutt'oggi incerta, invito gli interessati a documentarsi ed eventualmente a correggermi.

I fatti riportati sono il riassunto fatto in seguito ad una chiacchierata con Claudio, il patrigno di Silvana, e alcune ricerche personali sull'argomento.


Nella seconda meta' del 1600 esistevano in Brasile piccole comunità autosufficienti, chiamate quilombo (pron: chilombo), di ex-schiavi neri scappati dalle 'fazendas'.
Piccole isole di tradizione africana in Brasile.

Il quilombo di Palmares, nell'area che oggi è delimitata dallo stato di Alagoas a nord di Bahia, era uno dei più grandi - se non il maggiore - con le dimensioni del Portogallo e una popolazione di circa 30000 abitanti, tra nativi ed ex-schiavi fuggiti
I quilombo erano in aperta opposizione o in guerra con il governo portoghese.

Nel 1678 il leader di Palmares era Ganga Zumba (probabimnete un titolo più che un nome proprio).

Il governatore di Pernambuco (allora colonia portoghese) propose un trattato di pace con Ganga Zumba, chiedendo di restituire tutti gli schiavi non nati in Palmares, in cambio della libertà dei nativi del quilombo.

Ganga Zumba acettò, ma un altro dei sui leader, Zumbi (pron: Zumbì), si rifiutò di sottostare ai termini del governatore.



Zumbi dos Palmares em Poà - SP

Zumbi era nato in Palmares, deportato fu cresciuto da un prete che lo 'civilizzò', insegnandogli il portoghese e il latino.
A 15 anni Zumbi scappò di volta per Palmares, diventando in breve tempo uno dei leader più apprezzati all'interno del regno di Ganga Zumba.

Quando Ganga Zumba firmò la pace, Zumbi si ribellò.
Per quattordici anni combattè contro i portoghesi rivendicando la libertà di tutta la popolazione nera, diventandone il loro nuovo leader.

Nel 1694, Cerca de Macaco, la capitale di Palmares, fu distrutta dai portoghesi.
Zumbi fu ferito e, sopravvissuto all'attacco, fuggì.

Due anni più tardi, tradito da un suo compagno, fu localizzato, catturato e successivamente decapitato.

La voce sull'immortalità di Zumbi si sparse velocemente tra i suoi seguaci, che a causa della capacità di sopravvivere alle situaizioni più disperate, non lo credevano morto.

Due anni dopo la sua cattura, i portoghesi portarono la testa di Zumbi (messa preventivamente sotto sale) in piazza, per mostrare ai seguaci di Zumbi che il loro leader non era affatto immortale.

Troppo tardi, la leggenda di Zumbi vive tutt'oggi tra fatto storico e mito religioso.

Mi scuso per le imprecisioni e i pressapochismi storici :-)

8 maggio 2008

Origem dos Brasileros

In rete gira da qualche tempo una serie di vignette by Bruno Bozzetto sulle peculiarità italiane confrontate con il resto dell'Europa.

Secondo l'intellighenzia brasilera sostenitrice dell'evoluzionismo sono chiare due cose:
  • L'uomo deriva dalla scimmia
  • Il brasiliano discende dall'italiano (e forse, dopo, dai portoghesi, spagnoli, tedeschi, arabi, ecc, ecc)